Piazza del Senato – Resti di un’antica residenza nobiliare

Data:
23 Aprile 2018

Durante gli scavi per linee tecnologiche nel centro storico di Ancona è stato rinvenuto il 29 marzo scorso un reticolo murario di età post classica al di sotto della pavimentazione della centralissima piazza del Senato.
Si tratta di un poderoso muro in pietrame e malta, che corre parallelo ai palazzi del lato lungo della piazza rettangolare e presenta la faccia rivolta verso l’interno della piazza intonacata. Da esso si dipartono i resti di un analogo muro perpendicolare, che creano una scansione interna all’edificio e, in direzione sud, si agganciano a un setto a catena che chiude una piccola struttura voltata, certamente ipogea.
La struttura è stata immediatamente sottoposta a indagine archeologica sotto la direzione della Soprintendenza da parte della ditta incaricata della sorveglianza archeologica in corso d’opera ed è stata contestualmente avviata la verifica sulla cartografia storica disponibile per questo centralissimo settore della Ancona moderna.
È stato quindi possibile accertare, anche grazie al confronto con le cartografie e i catasti che dall’Ottocento rilevano il settore, che al centro dell’attuale piazza del Senato era costruito un grande palazzo nobiliare con due cortili interni, modificato nella forma nel corso degli anni per aggiunte di corpi di fabbrica per e variazioni di pianta.
Esso si distendeva lungo il lato lungo della piazza e presentava due facciate non simmetriche su due piazzette poste alle due estremità degli attuali lati corti della piazza, davanti alla chiesa degli Scalzi e davanti alla Curia.
Si tratta con ogni probabilità del Palazzetto d’Avalos, appartenuto a una nobile famiglia nota fin dal Settecento ad Ancona e andato distrutto nei bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Il muro individuato corrisponde perfettamente al perimetrale lungo del palazzo affacciato su quella che era, all’epoca, la prosecuzione della via del Comune (attuale via Pizzecolli) in salita verso la Curia e i vani individuati corrispondono a locali interrati usati come cantina e poi occupati dall’ambiente con copertura a volta.
I muri risultano rasati proprio poco al di sotto della quota stradale, a testimoniare la veridicità della tradizione della distruzione del palazzo con conseguente livellamento dei resti e creazione artificiale dell’attuale piazza del Senato, mai esistita prima della II Guerra mondiale così come è possibile vederla oggi.


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