Area Archeologica POTENTIA

L’area archeologica dell’antica Potentia si trova in Località S. Maria di Porto Recanati.
Sono a oggi visibili i resti di una domus con pavimenti musivi e pareti affrescate, i portici del foro con le annesse tabernae e un tempio su alto podio che ha restituito numerose terrecotte architettoniche.
Nel sito sono presenti sussidi didattici in italiano e inglese.

Storia della città

La città di Potentia fu fondata nel 184 a.C. e dopo soli 10 anni fu oggetto di grandi opere edilizie promosse dal censore Fulvio Flacco. Vennero allora costruiti: un tempio dedicato a Giove, l’acquedotto, la rete fognaria, le mura di cinta, il foro con portici e botteghe e le tre porte urbiche che si aprivano sulle principali strade. A sud vi era la strada che conduceva a “Cluana”, l’odierna Civitanova Marche, a nord quella che portava a Numana, lungo le pendici del Monte Conero e quella a ovest si dirigeva a “Ricina” percorrendo la valle del “Flosis” (Potenza). La linea di costa era alcune decine di metri più arretrata rispetto ad oggi e la città si affacciava direttamente sul mare.
Nel 56 a.C. un terremoto distrusse la città divenendo l’occasione per un nuovo impegno edilizio. A quest’epoca tutta l’area urbana è occupata da edifici pubblici e privati, anche grazie all’arrivo in città di veterani delle campagne militari di Giulio Cesare divenuti ricchi latifondisti, commercianti o imprenditori manifatturieri.
Nel II sec. d.C. Potentia è una delle città più importanti lungo la costa Adriatica, ma già nel III sec. si registra un grave momento di crisi causato in parte da un collasso ambientale che avrebbe portato all’impaludamento di vaste aree agricole.
Durante il IV e il V sec. d.C. l’economia riprende, ma alcune aree pubbliche come la zona del tempio cessano di esistere e vengono riutilizzate per scopi privati. Potentia diventa sede vescovile, ma le aree abitative sono ridotte e alcune sono utilizzate anche per la sepoltura, a dimostrazione della debolezza delle istituzioni romane ormai alla fine della loro esistenza. Nel VII secolo d.C. si conoscono le ultime ceramiche di importazione Africana, poi Potentia dovette condividere la sorte di decadenza di tutto il Picenum subendo la dominazione Longobarda.

L’impianto urbanistico, ricostruibile per gran parte solo grazie alla fotografia aerea, si presenta come uno spazio quadrangolare di 540 m di lunghezza per almeno 300 m di larghezza, impostato su un reticolo viario ortogonale.

 

Il tempio

Il tempio di Potentia è databile tra la metà del II e l’inizio del I sec. a.C., ma la forma finale del santuario con colonne di tipo tuscanico risale al regno di Augusto. Non è conosciuto a quale dio il tempio fosse dedicato.
Il podio misurava circa 42 per 32 piedi (12,5X9,5 m), ma il portico a “U” che lo circondava su tre lati era molto più ampio, si apriva lungo tutto il lato Sud sul fronte stradale e delimitava due ampie aree sia davanti sia dietro al tempio. Il portico, il tempio e la strada non erano sullo stesso piano, quindi dovevano esistere delle scale per consentire l’accesso ai vari punti dell’edificio. All’esterno della struttura gli scavi hanno messo in luce i solchi lasciati nel terreno da carri e carriole.

 

Il macellum

Il “macellum”, termine con cui veniva indicato il mercato per le carni e il pesce, si trovava a Nord del tempio, in stretta connessione con esso, tanto che nel tempo la forma del portico del santuario ne modificò le dimensioni.
Era un edificio piccolo, misurava circa 64 per 55 piedi (19X16 m), ma il portico a “U” era probabilmente aperto lungo tutto il fronte Ovest, permettendo un facile accesso per le merci e le persone. Il “macellum” di Potentia aveva una pavimentazione in “opus spicatum”, molto resistente, ma allo stesso tempo facile da pulire. L’area porticata adibita alla vendita delle merci era rialzata rispetto alla parte aperta, per garantire ancora maggiore igiene. Il pozzo era profondo alcuni metri, era rivestito in mattoni e aveva un alzato di conci di pietra, tutte caratteristiche che lo rendevano solido, adatto al prelievo di acqua, e per un ottimale deflusso dell’acqua piovana o per la pulizia delle botteghe.

L’opus spicatum

Domus

La domus, visitabile nell’area, è stata costruita nella seconda metà del I secolo a.C.
Sono stati identificati ambienti interpretati come peristilium, cortile interno spesso destinato a giardino, tablinum grande stanza di fronte all’atrium dove anticamente risiedeva il paterfamilias., triclinium, sala da pranzo destinata a ospitare il simposium e l’hortus , spazio riservato alla produzione di ortaggi, piante da frutto e fiori per onorare i morti e gli Dei, luogo molto curato, per il riposo e l’otium.
Nel peristylium di questa domus troviamo un pozzo con una ghiera in mattoni, rivestita da un anello in terracotta e delimitata da mezzo dolium. Sul bordo dell’anello interno di terracotta si vedono i solchi lasciati dalle corde usate per attingere acqua con i secchi, ma sono rivolti verso il basso, perché l’anello è stato girato per sembrare che fosse nuovo e non usurato. Se le piogge avessero fatto aumentare troppo il livello dell’acqua del pozzo, un foro di “troppo pieno” praticato lungo il lato Ovest del peristylium e collegato alla fognatura pubblica, avrebbe garantito il deflusso.
Il tablinum di questa “domus”, come molti altri conosciuti, è relativamente piccolo, ma conserva ancora il pavimento a mosaico bianco e nero a motivi geometrici e vegetali.

La necropoli

La necropoli Nord, è stata scavata dagli anni ’70 del XX secolo fino a pochi anni fa. Si estende su una superficie superiore ai 7200 mq e conta oltre 350 tombe, anche se molte furono distrutte da una cava di ghiaia che oggi è un lago. Le tombe rinvenute coprono un periodo di oltre otto secoli, a partire dal II sec. a.C., quando fu fondata la colonia, fino al VI sec. d.C.
I riti di sepoltura attestati sono l’incinerazione e l’inumazione. Le tombe a inumazione rinvenute sono di molteplici tipologie: alla “cappuccina”, con cassone di tegole, con cassone in muratura, in fossa di terra. Nella necropoli Nord non mancano neppure i recinti funerari in muratura, che dovevano essere impreziositi da decori di marmo e statue.
Della necropoli Ovest oggi si conosce solo un monumento funerario a “torre”. Probabilmente era l’area di sepoltura dei ceti più alti e ricchi della società, mentre la necropoli Nord doveva essere forse per lo più riservata ai ceti medio bassi.
Nelle tombe della necropoli Nord sono state rinvenute anche statuette votive in terracotta, secondo un uso non comune. Esse rappresentavano figure animali o i Lari, cioè gli spiriti protettori degli antenati defunti. Probabilmente le persone sepolte erano particolarmente legate a queste divinità minori e alle tradizioni che esse rappresentavano.
La necropoli Sud è nota grazie a prospezioni georadar; sembra che anche qui alcuni ricchi esponenti dei ceti alti della città abbiano costruito i propri monumenti funerari.

Apertura: su prenotazione
Indirizzo: Via S. Maria in Potenza
Comune: Porto Recanati
Telefono: 071 7591872 (Pro Loco)
Fax: 071 7599767
Email: info@portorecanatiturismo.it